Gian Butturini inizia la sua avventura nei primi anni Cinquanta, all’interno del mondo della grafica presso l’Art Director Club di Milano, dove ha la possibilità di farsi conoscere e apprezzare.
Gian Butturini (1935-2006) artista eclettico della comunicazione, mentre inizia ad affermarsi come fotoreporter internazionale pubblicando i primi libri frutto dei reportage da Londra, Irlanda del Nord e Cuba, crea una serie poster e grafiche alternative in linea con la contestazione al sistema sull’onda del ’68.
Provenendo dal mondo della pubblicità, l’autore “svolta” ed usa la propria sapienza grafica per rovesciare i messaggi valoriali capitalistici. Con i Controfumetti (1972) il violento Nembo Kid viene negato che esista. Batman è esortato ad usare il pugno contro i veri criminali che ipnotizzano il popolo americano. I fumetti di Mao sono apprezzati perché al servizio della rivoluzione socialista. All’eroina extraterreste Barbarella viene chiesto di togliere dalla Luna la bandiera americana. L’ironia coinvolge anche la Chiesa con le Poste Vaticane che promuovono la Giornata della Tentazione: i fedeli muovono dalla mela bacata verso quella rossa.
Con gli Strappi Underground, anticonformisti e contestatari per definizione, fanno breccia nei nuovi poster di Gian gli emblemi dei movimenti di liberazione e le denunce contro l’opprimente imperialismo. Mentre si combatte la guerra in Vietnam nella bandiera yankee le stelle diventano caschi militari e lo strappo fa comparire la figura di Ho Chi Minh. Con il continente africano ricolmo di movimenti di liberazione tra il nero ed il fondo rosso lo strappo inserisce una piccola arma. Auspicando la crescita della sinistra nella bandiera italiana il rosso con la scritta SI deborda nel colore bianco.
Questa scelta di comunicazione, certamente radicale, per essere compresa va storicamente contestualizzata. Butturini, affascinato da Fidel e dalla rivoluzione cubana avversata dagli USA e punto di riferimento internazionale di tanta parte della sinistra, si schiera apertamente. I suoi riferimenti sono i poeti e gli scrittori della beat generation Jack Kerouac, Lawrence Ferlinghetti e Allen Ginsberg, nella letteratura Sartre, Proust e Pavese, Andy Warhol che dileggia il consumismo, il fotografo di guerra Robert Capa, il designer Albe Steiner sostenitore della necessita di relazione tra arte e politica , ama Jacques Prevert e George Brassens, Jane Fonda che appoggia i Vietcong ed i reduci mutilati americani che scagliano le medaglie contro i cancelli della Casa Bianca.
Articolo da Il Corriere della Sera 10 marzo 2021